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Lo sbaglio più grande che io ho commesso per essere un orafo, come TU invece puoi evitarlo!

Diventare orafo a 30 anni

Lo sbaglio o gli sbagli che lo ho commesso e come invece TU puoi evitare di fare !

Lo sbaglio? Come si può cominciare a parlare di sbagli se l’argomento è il proprio lavoro, o una passione che rasenta l’ossessione!

Quando fai qualche lavorazione particolare ti dimentichi del tempo che passa, e non smetteresti fino allo sfinimento!

Sfortunatamente le situazioni per arrivare in questo stato di grazia non sono così facili, ti sto parlando di come fare per non trovarti in condizioni frustranti.

Ti voglio parlare di come sono successe ha me, tutte le “vicissitudini” cui mi sono dovuto imbattere, per arrivare ad avere un’attività tutta mia.

Tu forse non aspiri a tanto(ti auguro di raggiungere i tuoi sogni)!

Ti posso dire che per me il desiderio di fare questo lavoro (l’orafo) avevo già all’età di 15 anni.

Purtroppo io sono cresciuto con un padre che aveva sempre fatto lavori manuali e di fatica.

Quando gli comunicai che dopo le scuole medie mi sarebbe piaciuto fare degli studi specifici per preparami a svolgere questo lavoro, la sua reazione (per usare un eufemismo) fu di disappunto.

Ma la sua non era cattiveria (nel suo modo di potermi preparare a un futuro migliore del suo, non teneva conto delle mie aspirazioni) aveva solo un modo burbero di comunicare.

Non concepiva come si potesse fare un lavoro manuale (visto che ha lui costava sudore e fatica).

Avrebbe voluto che studiassi, da dottore o per fare il libero professionista.

Professioni di tutto rispetto, niente da dire, però quando hai le idee chiare in un’età abbastanza precoce, l’unica cosa da fare è non frenare le aspirazioni.

Con mio padre il rapporto non è stato mai sereno, abbiamo sempre avuto scontri e confronti su tutte le opinioni, giudizi e visione della vita.

Ma questo è il primo step, per lo sbaglio che ho fatto!

Ma guarda che tutti chi più chi meno le cose nella giovinezza non sono andate proprio lisce!

Anzi a qualcuno l’adolescenza è stata proprio di me….a!

Non voglio suscitare reazioni di fastidio o addirittura di pietismo.

Ti sto dicendo che in quel periodo, anche se inconsapevolmente mi resi conto che la chiarezza d’intenti non basta, per perseguire i propri sogni.

Ma poi fare un corso di studi artistici, chi vuoi che ti prende in considerazione, e l’orafo che lavoro è da negoziante. Queste (non era un lavoro di prestigio secondo il suo parere) le parole che mi diceva.

Il fatto che in un periodo della vita come l’adolescenza siamo più vulnerabili, e anch’io, come la maggior parte di noi ho incominciato con i primi colpi in faccia.

Questa divergenza di vedute, si tramuta nella mia iscrizione in un istituto professionale a indirizzo elettromeccanico (studi che proprio non riuscivano a suscitarmi alcun interesse).

Tra molte inquietudini e attriti, con i miei genitori per l’andamento non proprio brillante di questo corso di studi, inevitabilmente visto le premesse, perdo l’anno scolastico.

Ok capita a molti di avere problemi scolastici mi dirai?

Il fatto è che di anni scolastici ne ho persi molti di più di uno, questo il periodo che mi ha creato le maggiori difficoltà.

Gli attriti, con mio padre sono arrivati a un livello insopportabile, che non auguro a nessuno.

Mi riferisco a un rapporto difficoltoso, che non sono riuscito a instaurare, una situazione veramente sgradevole.

Ma non vorrei insistere in questa mia esternazione per appesantire questo post.

La vita privata con quella professionale come sai vanno di pari passo, e per parlare di lavoro inevitabilmente si toccano tutte e due.

Ma non pensare che la mia strada si sia spianata, tutt’altro (le cose si sono aggravate).

Ma in che modo?… Dirai!

Per la solita insicurezza, che da giovane può predominare in periodi della vita facendoci fare scelte condizionate negativamente (lo sbaglio incombeva costantemente su di me).

Infatti per ribellione verso queste imposizioni, decisi di mollare la scuola e lavorare per papà.

In quel periodo mio padre aveva in società, una ditta di edilizia ma come potrai intuire il rapporto già teso non è migliorato, forse è stato il punto di maggior incomprensione.

Questa la situazione scomoda, per una decisione non ponderata in cui mi ero ritrovato, nessuno stimolo e cosa peggiore anche una visione del futuro perlomeno nebulosa.

Maturo l’idea (ho semplicemente prendo coscienza di sprecare parte della vita) che dovevo far valere le mie convinzioni su me stesso, per dare forma al mio talento.

Ma > tra il dire e il fare < sai come recita il famoso proverbio.

Decido, con molta inquietudine e facendo violenza su me stesso (visto che dove abitavo allora non c’erano scuole private o corsi per orafi accessibili).

Mi iscrivo al corso della locale scuola artistica con specializzazione in oreficeria, (anche per non gravare ulteriormente economicamente su mio padre).

La definizione violenza, si riferisce al fatto che nel frattempo sono arrivato a iscrivermi quando l’età era di anni 18 (si hai letto bene, ti assicuro non sto scherzando).

Ti starai chiedendo! Ma questo è proprio un caso umano ? (ti confesso che alcune volte questa idea mi ha attraversato la mente).

Quando trovandomi ha contatto, con ragazzini maleducati e saccenti che naturalmente facevano gruppo contro “l’intruso” che voleva imparare davvero quello che studiava!

Arriverai anche tu all’opinione che mi sono trovato con degli Str..i come compagni di classe, ma questa definizione sarebbe troppo scontata, e non servirebbe recriminare.

Sta di fatto che riesco a conseguire la specializzazione dei tre anni, anche condizionato nel tempo dalla chiamata al servizio militare (per i miei tempi era inevitabile).

Per accorciare i tempi avevo anche tentato di fare gli esami da privatista per un paio d’anni in uno, ma non mi riuscì.

In quel periodo le mie lacune e mancanza di metodo mi hanno fatto fallire.

In questa frase c’è già un’anticipazione di quello che definisco lo sbaglio principale.

Ma in questo periodo riesco comunque a confrontarmi con questo studio, soprattutto le ore di laboratorio erano per me le più piacevoli e proficue, per quelle che erano le mie aspettative (manipolare il metallo prezioso).

Ma poi inevitabilmente gli obblighi della vita arrivano a chiedere il conto, e riesco a togliermi il peso della naia > (servizio militare per i più giovani).

Con l’aiuto di un prof di laboratorio riesco a entrare nell’attività che allora e forse ancora oggi più rinomata della città per la gioielleria.

Forse pensavo che ero riuscito a superare l’impasse, degli o lo sbaglio ma?

Il tempo di apprendistato è stato relativamente breve, all’incirca tre anni ma intensissimo per quello che era il raggiungimento del mio obbiettivo, aprire un’attività tutta mia.

Intensissimo nel senso che ho elaborato quelle che potessero essere le tecniche più semplici e veloci nel raggiungere il risultato nel confezionare i gioielli.

Nel trovare soluzioni strumentali con poche risorse, adattare e modificare accessori apparentemente distanti dall’ambito di applicazione cui erano destinati.

Insomma mi sono organizzato un laboratorio efficiente comprando i macchinari indispensabili, per operatività e qualità del lavoro integrandoli con le mie trasformazioni e talvolta, creazioni di accessori.

Intendo macchinari che poi ho usato professionalmente nella mia attività, potrei citartene alcuni; Banco trafila a mano con i diversi accessori abbinati, cappa di aspirazione fumi, pressa manuale con martinetto idraulico da 10 t (tonnellate) ecc.

Questi che ho descritto sono quelli più impegnativi da realizzare, ma poi ci sono tanti accorgimenti e adattamenti per accessori manuali altrettanto utili, che non mancherò di descrivere.

Ma come sempre le scelte portano a percorsi imprevisti, infatti per attriti con mio datore di lavoro, mi licenzio, e dopo un periodo di un anno riesco ad avere la spinta per mettermi in proprio, e aprire il mio laboratorio.

L’attività con alti e bassi va avanti per 20 anni fino a quando, sopraggiunti problemi familiari mi costringono alla cessazione.

Arrivato a questo punto diresti tanta fatica per nulla!

Da un certo punto di vista non ti do tutti i torti, ma la vita dà, se le si vuoi e sai vedere delle occasioni di cambiamento e miglioramento.

Per questo motivo ho creato > gioiellifacili.it < per dare la possibilità ha passione per i gioielli e non vuole fare errori o sbagli per l’apprendimento di questa magnifica arte.

Questo è il blog per chi ha intenzioni serie circa la conoscenza delle tecniche per creare gioielli, negli articoli, post, tutorial trovi condensate tutte le mie esperienze semplici e veloci.

Senza perdere tempo, senza che ci siano i tempi biblici che purtroppo ho dovuto affrontare io, e le situazioni d’imbarazzo in cui potresti trovarti.

Trucchi, procedure veloci, tutto finalizzato al risparmio di tempo ed efficacia, per l’apprendimento nei modi che più si armonizzano con la tua disponibilità.

Tutto questo e altro lo troverai nel mio METODO GIOIELLIFACILI che la summa di tutte le mie tecniche però strutturate in modo da massimizzarne l’efficacia.